Silvano Tagliagambe

Il sogno di Dostoevskij. Come la mente emerge dal cervello

Zygmunt Bauman

Vittorio Cigoli

Alessandro Balducci

Gianluca Bocchi

Mauro Ceruti

Lorenzo Ornaghi

Franco Purini

Gianfranco Dalmasso

Silvano Facioni

Jean-Jacques Wunenburger

Vicente Guallart

Pier Carlo Palermo

Antonio Piva

Pierfranco Galliani

Francesca Bonicalzi

Paolo Caputo

Joe Coenen

Valeria Erba

Maria Teresa Maiocchi

Gabriele Pasqui

Carlos Sambricio

Nelle sue espressioni concrete, l'architettura costituisce il punto generativo di un ordine che è insieme formale e civile. La sua azione ideativa e le sue determinazioni materiali creano e organizzano spazi e luoghi che sono anche politici. I grandi progetti dell'architettura, del pensiero e della società appaiono sostenuti, in modo particolare in questi anni, da considerazioni che vedono delinearsi in primo piano l'esigenza di nuovi principi ordinatori delle politiche del territorio che non solo si confrontano nell'insieme delle infrastrutture e della dotazione di servizi, ma incidono anche sui grandi temi del rapporto tra tutela della natura e ambiente costruito, della realizzazione della città multietnica e multiculturale, del senso e delle prerogative dei suoi spazi di vita e di socializzazione. Se la riflessione sul rapporto tra architettura e politica prende avvio intorno al difficile interrogativo di cosa sia la realtà attuale, occorre sottolineare come le componenti interpretative della filosofia, della psicologia, delle scienze sociali nei confronti dello spazio architettonico e della città, siano essenziali al pari di quelle operative del progetto e della pianificazione per giungere a formulare proposte condivise e, soprattutto, indirizzate ad una rinnovata qualità dell'esistenza individuale e associata.

italian/english text

Architettura e Politica. Architecture and politics

Giovanni Maciocco

territorialità e comunicazione nel progetto urbano

La città possibile

Giovanni Biggio

Danilo Sirigu

Il cervello è plastico, le neuroscienze accreditano l’idea che sia plasmato dall’ambiente e in continua evoluzione: ciò ne ha favorito l’accostamento alla meccanica quantistica. È l’effetto dell’entanglement a stimolare questo legame, suggerendo che tra il cervello e il suo ambiente vi sia qualcosa di analogo all’intreccio che si riscontra tra due particelle subatomiche “intricate”. Da questa dinamica intrinsecamente dissipativa si sviluppa il processo del sapere, del sentire, del vivere. Il concetto di neuroplasticità permette di capire l’enorme potenzialità dei contenuti mentali che posseggono un’importante capacità trasformativa anche a livello somatico-biologico: è questo l’obiettivo dell’utilizzo dell’ipnosi clinica da sola o associata all’ecografia. L’originalità del libro sta nel presentare, attraverso il dvd allegato, una rassegna di casi di studio che evidenziano la possibilità di potenziare questa dinamica attraverso una “strategia dello sguardo”, che consente di ri-programmare la mente con il ricorso a immagini, alternative a quelle dominanti, e di ristabilire un corretto rapporto con il sé corporeo che tende a frammentarsi nella malattia.

Cervello in divenire, benessere psicofisico e nuove strategie terapeutiche

Metamorfosi

This book explores new forms and modalities of relations between people and space that increasingly affect the life of the city. The investigation takes as its starting point the idea that in contemporary societies the loss of our relationship with place is a symptom of a breakdown in the relationship between ethics and aesthetics. This in turn has caused a crisis not only in taste, but also in our sense of beauty, our aesthetic instinct, and our moral values. It has also led to the loss of our engagement with the landscape, which is essential for cities to function. The authors argue that new, fertile forms of interaction between people and space are now happening in what they call the ‘intermediate space’, at the border of “urban normality” and those parts of a city where citizens experiment with unconventional social practices. This new interaction engenders a collective conscience, giving a new and productive vigor to the actions of individuals and also their relations with their environment. These new relations emerge only after we abandon what is called the “therapeutic illusion of space”, which still exists today, and which binds in a deterministic manner the quality of civitas, the associative life of people in the city, to the quality of urban space. Projects for the city should, instead, have as their keystone the notion of social action as a return to a critical perspective, to a courageous acceptance of social responsibility, at the same time as seeking the generative structures of urban life in which civitas and urbs again acknowledge each other.

New Forms of Interaction in the City Project

People and Space

Silvano Tagliagambe

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