L'uso dell'uomo
Nella città serba di Novi Sad, nelle vicinanze della frontiera ungherese, tra il 1939 e il '45 persone legate tra loro da relazioni di parentela e vicinanza sono investite dall'uragano della storia. Un uragano che assume le fattezze della seconda guerra mondiale, catastrofe che investe tutto e tutti, sconvolgendo le vite della facoltosa famiglia ebrea dei Kro-ner e dei serbi Bozic e Lazukic, i cui destini e le cui storie si intrecciano intorno al diario rosso di Anna Drentwenscheck, insegnante di tedesco della cittadina. Vera, Milinko e Sredoje, i tre protagonisti, rappresentano un'umanità che resiste all'orrore e alla follia del nazismo, che non cede il passo senza combattere, che soffre e patisce senza mai smarrire l'amore e l'entusiasmo per la vita. Come nello stile di Tisma, che qui raggiunge la piena maturità stilistica, la loro è una storia di sconfitti: «Penso che ogni vittoria sia falsa - scrive l'autore -. Vera è solo la sconfitta, perché la vita è in definitiva sempre una sconfitta, a meno che non sia, dal principio alla fine, un'illusione. E le illusioni non mi attirano».