Aya Kito

Un litro di lacrime

Martina

Mentre leggevo ho sentito la sofferenza che la protagonista si è ritrovata a vivere in un momento particolare della vita: l’adolescenza.
La narrazione prevalentemente in prima persona, fatta a eccezione dei capitoli finali, è travolgente, fluida ed è veramente difficile lasciare in sospeso la lettura, a volte sono arrivata a sentirmi una specie di confidente per la protagonista, come se avesse solo me (o meglio il diario) per esprimere realmente sé stessa e le sue emozioni.
I fatti sono raccontati in maniera chiara e i capitoli sono stati suddivisi in base agli anni che la protagonista aveva mentre li scriveva, ma non per questo la lettura è risultata difficile, anzi è servito per comprendere meglio il percorso della malattia.
Il linguaggio è semplice e lineare adatto a qualsiasi tipo di età tuttavia verso la fine, dove viene spiegata in modo più o meno approfondito la malattia, potrebbe non essere ben chiaro a tutti ma tutto sommato, come ribadito anche nel libro, è una parte fondamentale per comprendere meglio il tutto.
Nel libro sono stati mantenute molte parole e proverbi giapponesi, ovviamente con opportuna spiegazione di essi, e questo ha reso ancora più stimolante la lettura in quanto mi ha permesso di scoprire e approfondire molti particolari della cultura giapponese che per molti aspetti non si conoscono ancora.
C’è da dire che non è propriamente recente in quanto è stato pubblicato verso la fine degli anni 80, ma ha riscosso un notevole successo in Giappone e in tutto l’Oriente rendendo Aya un modello da seguire e da ammirare da grandi e piccini per il notevole coraggio, per la sua determinazione e per il suo grande amore verso la vita che le ha dato sempre la forza di continuare a combattere.

Morgana

Sarebbe bello addormentarmi su uno splendido tappeto di fiori, mentre ascolto la musica che più mi piace.

Un litro di lacrime

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