Bruno Munari

appunti per una metodologia progettuale

Da cosa nasce cosa

Virginia L

Eravamo partiti bene.
L'idea che qualcuno si mettesse lì, intelligentemente e con fare moderno e propositivo a spiegare in cosa consistesse la progettazione sembrava quasi una manna dal cielo.
Quando si è avvicinata ho capito che era una nuvoletta presto pronta a sparire dalla visuale.
Fin da subito razionale, pratico, moderno, intelligente: oltre la prospettiva di una magica rivelazione, piace ritrovare valori estetici e culturali quali la forma per la funzione, nessun decorativismo sterile, niente lusso immotivato, voglia di ricercare profondi meccanismi e segreti compositivi di un oggetto e così via.
Improvvisamente Munari diventa la propria guida spirituale, sembra di leggere la versione contemporanea di Verso Un’Architettura

L’inizio promette bene insomma. 

Dopo la spiegazione del Metodo di progetto – che ancora devo capire se è carente in qualche aspetto o ha bisogno di maggior pratica per adattarlo e renderlo mio – ne segue la sua dimostrazione in termini di esempi pratici.
Di conseguenza, il novanta per cento del libro diventa una sorta di depliant o curriculum progettuale vario proposto dall’autore.
Da apprezzare che essi sono esempi tratti da campi differenti, e che in coerenza con quanto detto, sembrano aver seguito il famoso metodo di cui si è parlato. Quindi teoricamente mirano a volerne ampliare la spiegazione, a fungere da veri esempi, da apripista mentali.

Peccato che spesso risultino sterili, tesi a dire che vi è ben ragione di credere nel Metodo.
Non suggeriscono nessun approfondimento razionale, riflessivo. Non tutto viene motivato, o se lo fanno, non è abbastanza. Avrei preferito meno progetti e un'analisi più critica. In fondo è un libro per chi non ha idea di come iniziare, non qualcuno che vuole trovare conferma di un dato modo di procedere.


Tra questi capitoli d’esempio, spesso vi sono capitoli cuscinetto, buttati lì per indurre il progettista a guardarsi intorno o per interessarsi a un determinato campo: riciclaggio, tecniche di stampaggio, l’importanza degli schizzi, informazioni sull’illuminazione, effetti ottici eccetera.
Quest’elenco così variegato potrebbe indurvi a incuriosirvi, come inizialmente succede al lettore, ma il tutto viene rigorosamente trattato in pillole. Compresse, ovvie. Ancora una volta, sterili e facilmente dimenticabili informazioni. 
L’unico che ho apprezzato è stato quello dei Prelibri per l’infanzia.

Emanuele Casella

Vanni Sacconi

«La conoscenza del metodo progettuale, del come si fa a fare o a conoscere le cose, è un valore liberatorio: è un 'fai da te' te stesso.» Tra i grandi libri di Munari, questo è quello che forse maggiormente rende felici i lettori per la leggerezza incantata con cui li porta a scoprire che saper progettare non è dote esclusiva e innata di pochi. C'è in ognuno di noi una creatività che Munari in queste pagine aiuta a sviluppare e a mettere in luce.

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