L'insostenibile leggerezza dell'uomo Cambiare vita per salvare il pianeta (e noi stessi)
La Terra è sempre quella, 510 milioni di chilometri quadrati. Ma gli uomini sono sempre di più: arriveranno presto a otto, nove miliardi e hanno esigenze sempre maggiori. Se tutto il mondo in via di sviluppo raggiungesse lo stesso livello di benessere di quello sviluppato, l’impatto sarebbe uguale a quello di un pianeta con 72 miliardi di persone (ai tassi di consumo attuali). Con la certezza che, se i più ricchi sono sempre più ricchi, è solo perché i più poveri saranno sempre più poveri. Partendo da un’apocalittica descrizione della deriva del Pianeta, Mario Tozzi spiega perché l’attuale crisi economica è soprattutto una crisi ecologica e perché, per affrontarla, le nazioni non devono rinunciare a combattere il cambiamento climatico e ad arginare la fine delle risorse energetiche. E auspica un cambiamento culturale che veda protagonista una nuova classe dirigente che abbia il coraggio, soprattutto in Italia, d’investire nell’innovazione utile e nella ricerca. Invertire la tendenza è possibile. Soprattutto perché ne va della nostra vita.