Amal El-Mohtar

Max Gladstone

Così si perde la guerra del tempo

Letizia

** spoiler alert **
           Nonostante la prima parte sia la più difficile credo sia anche quello che spinge alla lettura. Sono i personaggi stessi a spiegare il mondo attraverso la metafora delle ciocche. Per capire la storia, il lettore deve diventare i personaggi, immedesimarsi in loro al 100% e lasciare che alcuni dettagli siano dati per scontato. 
Come dice la stessa Blu "tutte le storie interessanti viaggiano da fuori verso dentro".
La cosa che più mi ha colpito però è la voglia dei personaggi di diventare umani: entrambe sono entità unite a qualcosa di più grande, il Giardino e l'Agenzia, ma iniziando a scriversi le lettere cercano sempre più di distaccarsi per diventare più indipendenti. Sono entità che cercano di diventare umane, soprattutto al livello fisico, ma che non possono fare a meno di ricordare che hanno una missione più importante da svolgere.

3.5 ⭐
Non lo so... non mi ha convinto a pieno. Mi sono piaciute le due protagoniste, ma nel complesso mi ha lasciato solo confusione.

Micol Scalabrino

Così si perde la guerra del tempo è uno sci-fi che si distanzia dallo stesso genere, è peculiare, strano e bellissimo, distrugge, supera e modifica i canoni del genere. È un libro difficile da comprendere e, a me, servirà di sicuro una rilettura. 
Il worldbuilding è probabilmente la parte del libro che più risente, non c’è. Purtroppo, leggendo il libro, sono solo rimasta più confusa di quando l’ho iniziato rispetto a come è fatto questo mondo, come avvengono tutti i viaggi e più in generale a come funzionano le due fazioni. Devo però anche sottolineare che, la mancanza di spiegazioni, ha solo aumentato la mia curiosità verso tutta la narrazione.

Lo stile poetico, armonico e così inusuale, hanno creato un libro che non è necessariamente comprensibile a tutti. Una cosa che inizialmente mi ha bloccata un po' sono state le frasi estremamente corte, ma d'impatto. Trovo che gli autori abbiano questa capacità di racchiudere mille pensieri in pochissime parole. Alcune frasi sembrano studiate a regola d’arte, così potenti e importanti. Ogni lettera sembra un messaggio in codice, il cui contenuto può essere capito veramente solo da loro due. 

Purtroppo, è uno di quei libri che a livello di trama non porta grandi cose, ma punta tutto sullo stile di scrittura. Se avessi letto questo stesso libro scritto in modo diverso, sono sicura che non l’avrei apprezzato allo stesso modo. Sul finale non posso che sottolineare il fatto che è assolutamente coerente con il libro, non mi aspettavo un finale chiuso e senza dubbi, anzi, quasi mi aspettavo molte più cose non dette. 

voto finale: 4/5

Giulia 

Devo dire che non appena vista la copertina ne sono rimasta incantata e non vi dico la mia sorpresa leggendo la trama, insomma, doveva essere mio.

Si tratta di un romanzo breve di fantascienza dove il lettore viene catapultato in questo mondo in medias res, senza troppi fronzoli, personalmente quello che cerco in un romanzo breve. Non nego che amo il worldbuilding all’interno dei romanzi di fantascienza ma in “Così si perde la guerra del tempo” non ne ho sentito per nulla la necessità, può esserci all’inizio un senso di smarrimento che viene subito soppiantato dalla curiosità per le sorti delle protagoniste. 

Non leggevo un libro così “strano”, diverso da tutti gli altri, da diverso tempo ormai ed è stata una ventata d’aria fresca tra tutti i libri in lettura se devo essere sincera. 
Lo stile non è sicuramente nelle corde di tutti i lettori e se me ne avessero parlato come di un libro “strano” forse non ne sarei rimasta convinta nemmeno io ma fidatevi quando vi dico che vale la pena leggerlo, non ve ne pentirete, anzi. 

Pur essendo stata una lettura in digitale avrei voluto sottolineare delle frasi che mi hanno ammaliata e fatta stupire per la combinazione delle parole usate, e durante la lettura ho fatto qualcosa che faccio molto raramente con le mie letture: ho trascritto alcune frasi che mi sono particolarmente piaciute su un quaderno. 

Credo di volerlo leggere in lingua originale per farmi sorprendere ancora di più da questo approccio stilistico che gli autori hanno dato a questa storia.

Cristina Cicivelli 

Così si Perde la Guerra del Tempo, romanzo breve di fantascienza scritto a quattro mani da Amal El-Mohtar e Max Gladston, rientra senza dubbio tra quei libri che meritano di essere assaporati lentamente e di entrare nel cuore e nell’anima, oltre che nella memoria. È un racconto unico, che si discosta dal sempre più frequente tropo della grande “epopea spaziale” per concentrarsi su una narrazione con un punto di vista più ristretto, in cui il contesto fantascientifico rappresenta uno sfondo appena accennato: attraverso frammenti di vite vissute in momenti e universi diversi, e, soprattutto, grazie a una meravigliosa corrispondenza epistolare, Così si Perde la Guerra del Tempo segue lo sviluppo del rapporto tra Rossa e Blu, nomi in codice delle migliori agenti appartenenti a due fazioni rivali (rispettivamente l’Agenzia e il Giardino) che si contendono la vittoria di una guerra combattuta attraverso il tempo e lo spazio.

Rossa e Blu sono appunto due nemiche che un po’ per caso iniziano a scriversi lettere, l’una desiderosa di provocare l’altra, di sottolineare le proprie vittorie e evidenziare ancor di più le sconfitte della rivale; ma lentamente si rendono conto di trovare una piacevole compagnia nelle parole di qualcuno che sono, in realtà, destinate ad uccidere. 
In un certo modo sembrano completarsi a vicenda, condividere sentimenti e desideri simili pur nella loro diversità: parlano di fame, nelle loro lettere, di fame che non è una necessità biologica, ma un bisogno di essere visti, di appartenere a qualcuno e di sapere di avere qualcuno che ci appartiene; di sincerità e di solitudine, del bisogno di trovare angoli di pace tra le crepe di una guerra costante; di parole che sono armi in grado di ferire ma anche ponti in grado di unire, che sono eventi e strutture in cui vivere, che si radicano nel cuore di chi le legge e sbocciano come fiori a primavera. E c’è qualcosa di incredibilmente affascinante nel modo in cui queste lettere vengono scambiate, perché la maggior parte delle volte non sono scritte nella maniera convenzionale, su pagine di carte sigillate da ceralacca: sono invece incise nel cuore di un albero, intrecciate nei nodi di una corda, annotate tra le ali di un insetto o sulle piume di un’oca.

L’amore che nasce piano piano tra Rossa e Blu, lettera dopo lettera, gesto dopo gesto, è qualcosa di infinito e poetico, un amore che è bello immaginare di poter trovare nella vita reale: è tanto forte da trascendere il tempo e lo spazio, la vita e la morte, la fedeltà a idee opposte che sono state coltivate per intere esistenze. Può sembrare un concetto banale che si incontra spesso in questo genere di narrativa, ma è il modo in cui viene realizzato che lo rende speciale, dando vita a un lungo filo rosso che unisce Rossa e Blu in maniera profonda e infrangibile.

La presenza delle lettere permette non solo di dar vita a una struttura narrativa incredibilmente unica e innovativa, ma fornisce anche uno sguardo attento sui pensieri di Rossa e Blu, che sono in fin dei conti la colonna portante di tutta la novella, riuscendo a ottenere una magistrale introspezione su questi due personaggi così interessanti.

Ogni dettaglio di questo libro, in fin dei conti, contribuisce a sostenere il senso di surreale che lo circonda; in particolare lo stile di scrittura simile a quella di una poesia, lirico e piena di metafore, che lo rende una vera e propria opera d’arte più che un semplice libro, qualcosa che va apprezzato tanto per il suo contenuto quanto (e forse, anche di più) per la sua forma. Ho adorato il fatto che la traduzione riesca nella non facile impresa di mantenere tutte queste particolarità formali del libro, rendendo l’esperienza di lettura tanto piacevole quanto quella in lingua originale.

Il world-building, tutto ciò che riguarda la Guerra del Tempo e i motivi dietro le azioni dell’Agenzia e del Giardino, non viene approfondito più del necessario, anche se ogni pezzo di esso risulta perfettamente congegnato: viene detto solo ciò che serve per lo svolgimento della storia, come se il lettore fosse il casuale osservatore esterno di una serie di eventi che accadono davanti ai suoi occhi, contribuendo in qualche modo a creare una sensazione di distacco dalla realtà che mi ha colpito fin dalla prima volta in cui ho stretto questo libro tra le mani.

Consiglio Così si Perde la Guerra del Tempo a chiunque sia alla ricerca di un libro in cui sia possibile immergersi e perdersi, una storia indimenticabile capace di mostrare che c’è speranza anche quando tutto sembra perduto. 

[ mi è stata fornita dalla casa editrice una copia digitale del libro in anteprima, ma ciò non ha influenzato in alcun modo il mio giudizio su di esso / ringrazio la Mondadori per la disponibilità ]

Così si perde la guerra del tempo

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