Dino Buzzati

Een Italiaanse soldaat begint zijn militaire dienst in een garnizoen in een hoog fort dat uitkijkt op een woestijn, in de verwachting gauw elders carrière te zullen maken.

Il deserto dei Tartari

Virginia L

Cos'è il Deserto dei Tartari? Una vita inespressa. 
Una vita debole, che si trascina nei giorni, valendosi delle proprie speranze per non cambiare le carte in tavola.
Il Deserto dei Tartari è morire ogni giorno che passa, è noia, è svuotare la vita per far posto alle attese, è ironia della sorte e solitudine umana.

E non ci siamo appartenuti. Né in amore, né in disaccordo.
Sono singolarmente rimasta estranea, pressocchè insensibile e annoiata durante la lettura.

Pochi i momenti che sono penetrati più a fondo e hanno tentato di destabilizzarmi.
Il resto sono state ritmiche ripetizioni di pensieri e scene atte a simulare il tempo che sottraeva anni e risorse al protagonista, come se niente fosse. 

Non mi era mai capitato di trovarmi in questa posizione. 
E' un classico. Ne percepisco l'importanza. Ne giustifico l'ovazione dei lettori. Mi piace l'idea e cosa voglia esprimere. 
Ne ammiro la poeticità e la bellezza.
Ma rimango ironicamente tagliata fuori dal suo mondo, così come Drogo lo è dalla vita.

Posso attribuirlo al fatto che la realtà dipinta mi è estranea. Ora.
Sarà perchè in quanto giovane sento la vita pulsare. Sono come Drogo che parte per la Fortezza, non ho ancora vissuto un attimo all'interno.
Di fatto, la scena che ha fatto sentir del male, è stata quella che ha visto protagonista la madre, al rientro cittadino di Drogo. 
Lei ormai non si desta più nel sonno ai passi del figlio: è un estraneo, ogni suo rumore è pari al sottofondo notturno della città.
Forse è la paura che ho sentito più prossima a quella che è la mia vita.

Emilia

Un libro, questo, sulla caducità della vita. Giovanni Drogo è un personaggio in cui ognuno di noi può riconoscere una parte di sé, l'attesa della sua grande occasione è anche la nostra; ma è una grande occasione che, ahimè, quando arriva - e se arriva - lo fa in maniera inaspettata, costringendoci a fare i conti con una realtà diversa, spesso ostile.

Luca Conti

Sorry, my fault, I couldn't develop any empathy with the main character.

gio☕

Attesa.
Attesa. Questa è la parola che meglio descrive Il Deserto Dei Tartari di Dino Buzzati. L’intero romanzo è una lunga e interminabile attesa, dall’inizio alla fine a cui fa da protagonista la speranza nell’arrivo dei Tartari. 

Personalmente ho trovato all’interno del libro una immensa poetica che scava a fondo dell’animo umano, soffermandosi su paure, bisogni e necessità; è un romanzo ricco, sensibile e curato, attento sempre e scontato mai.
La trama è avvincente, la scrittura superba ed è per questo, fondamentalmente, che ho apprezzato enormemente Il Deserto Dei Tartari. Devo dire però, che, nonostante tutti i grandissimi pregi che il romanzo ha, l’ho trovato estremamente lento e poco scorrevole, nonostante le 200 pagine che lo compongono. Ammetto che, se non ci fossero stati dialoghi frequenti come ce ne sono, avrei fatto un enorme fatica a terminare il libro.
Perché sì, stupenda trama e scrittura superba, personaggi perfettamente delineati e ambientazioni descritte magnificamente, ma, proprio per il grande senso di attesa che persiste per l’intera narrazione, il ritmo è rallentato e raramente accelerato.
Nel complesso, però, è un grandissimo romanzo che ho apprezzato moltissimo e che deve essere letto almeno una volta nella vita

Il deserto dei Tartari

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