Quella parte di me che sto cercando
Questa storia ha inizio a metà degli anni '90, e il protagonista, Fabio, poco dopo aver compiuto trent'anni, in seguito ad un banale controllo medico, scopre di avere una malattia renale di origine genetica, che lo porterà in poco tempo ad affrontare prima la dialisi, e successivamente il trapianto. Analizzando i ruoli coinvolti in un intervento chirurgico così specifico, il ricevente e il donatore, si evidenziano subito i due lati separati di questa delicata situazione, anche se poi per forza di cose queste distinzioni dovranno necessariamente convivere per lungo tempo nella stessa persona, specie se il trapianto è fatto da vivente, mentre nel caso sia fatto da cadavere, le persone coinvolte aumentano, implicando anche i relativi familiari. Ma come ci si può sentire se, a distanza di pochi anni, si recitano entrambi i ruoli in gioco, prima ricevendo un organo da un donatore sconosciuto deceduto, e poi diventando improvvisamente donatore, dovendo decidere per un proprio congiunto l'espianto dei suoi organi?