Il fantasma di Dio
Questa è una storia di spettri e di fantasmi: è il romanzo di Dio. Su una spiaggia, un uomo cammina compassato, gli occhi nelle onde del mare, incontra un bimbo che cerca di riempire con un ditale una buca con l'acqua. L'uomo lo prende in giro: «Non potresti farlo nemmeno se tu avessi un barile al posto di quel ditale», il bimbo lo rimbecca: «Sarà più facile a me trasportare il mare in quella buca che a te trasportare Dio nella tua testa». È il solito angelo e Dio non ammette repliche. Venezia, durante i festeggiamenti per un prestigioso premio letterario, uno scrittore è tormentato da un'elegante sconosciuta, che vuole sapere cosa intende lui per sguardo di Dio, se gli si possa sfuggire. Di cosa si parla quando si parla di Dio? Nell'androne profondo della Cattedrale, in cima alle scale sotto il basamento dell'angelo, un vecchio poeta urla a una folla invisibile, mentre Ponzio Pilato, Gesù di Nazareth e una donna misteriosa si aggirano spettrali tra le navate. Con continui slittamenti tra onirico e reale, fondendo metafisica e cruda quotidianità, Ferruccio Parazzoli mette al centro del «Fantasma di Dio» la questione più universale e personale: la partita della vita, il problema di Dio, il suo mistero, la sua vastità. Meditazioni e rivelazioni, improvvisi cambi di scena e di attori, suspense e piccoli thriller – un incastro precisissimo di elementi narrativi, tracce disseminate in opere precedenti, emblemi di un’umanità disorientata e tormentata dalla domanda sul senso ultimo. Angeli, bambini, preti, evangelisti, scrittori, giornaliste, demoni: i protagonisti di un Quarto Stato dell’anima, in marcia faticosa verso un Dio che tace e pare acconsentire al Male. Con la postfazione di Giuseppe Genna.