Bit Bang La nascita della filosofia digitale
La filosofia digitale affronta le domande fondamentali della tradizione filosofica: dalla ricerca dell’arché al rapporto tra soggetto conoscente e oggetto conosciuto, dalla metafisica all’ontologia, dall’origine del cosmo ai segreti dell’evoluzione. E le sue risposte, originali e sorprendenti, lasciano intravvedere la possibilità di una nuova comprensione del mondo, basata su quella straordinaria “macchina filosofica” che è il computer. Penso che nel cuore del tutto ci sia una sola regola, un solo algoritmo, e neppure troppo lungo. Spero di trovarlo. Non sarà niente di speciale, un po’ come la nostra posizione nel sistema solare o nella galassia. Stephen Wolfram, che ha decifrato il codice di tutte le cose Tutto è algoritmo! Gregory Chaitin, che sarà accolto nel Pantheon della Matematica con Gödel, Turing, von Neumann e altre semidivinità Prima del Bit Bang? Nulla, nessuna energia, nessun bit. Un miliardesimo di secondo dopo, l’Universo conteneva già 10 elevato alla 50 bit, tanti quanti sono gli atomi che formano la Terra. Il Big Bang è stato anche un Bit Bang! Seth Lloyd, autore di Programming the Universe Giuseppe O. Longo, ingegnere e matematico, è professore emerito di Teoria dell’informazione all’Università di Trieste. Romanziere, drammaturgo, traduttore, divulgatore scientifico e attore, è interessato alla comunicazione in tutte le sue forme. Andrea Vaccaro, filosofo e teologo, indaga le propaggini più avanzate della filosofia contemporanea (postumano, immortalismo, cyber-filosofie) e su esse ha pubblicato vari studi. È docente dell’Istituto superiore di scienze religiose “I. Galantini” presso la Facoltà teologica dell’Italia centrale di Firenze. Non credo che esistano oggetti quali gli elettroni e i fotoni, o cose che siano sé stesse e nient’altro. Credo che esista un processo d’informazione, e che i bit, quando sono in certe configurazioni, si comportino come le cose che chiamiamo elettrone, atomo e così via. Ed Fredkin, padre fondatore della filosofia digitale Il complicato rapporto tra discreto e continuo, tra software e hardware, tra materia e informazione viene scandagliato fino a prospettare la vertiginosa possibilità che l’Universo sia un computer che calcola agevolmente il proprio stato come un immenso automa cellulare: e di questo computer cosmico fanno parte, come sottosistemi calcolanti piccoli e grandi, tutte le cose, dalle rocce alle persone, alle società, agli stessi calcolatori elettronici. Da questo quadro nasce anche una nuova visione di Dio: il Grande Orologiaio è diventato il Grande Programmatore. Dall’incontro di un teorico dell’informazione con un filosofo è nata un’opera capace di raccogliere le intuizioni scaturite dalle menti più creative della scienza del computer, renderle accessibili, svelarne il senso profondo, connetterle in una trama esplicativa fino a tratteggiare la nascente sintesi che porta il nome di “filosofia digitale”. La filosofia digitale è ormai esplosa. E la sua espansione è solo agli inizi…