Poesia e ritratto nel Rinascimento
II Rinascimento è l'età d'oro dei ritratti: non più soltanto i potenti, ma anche personaggi dei ceti medio-alti come mercanti, banchieri e letterati chiedono ai pittori di rappresentare loro stessi, la donna amata o un amico. La popolarità dei ritrattisti è tale che, nella Venezia del Cinquecento, un intellettuale potente e alla moda come l'Aretino si lamenta della concorrenza sleale dei pittori e li accusa di oscurare la fama e il prestigio degli scrittori. Le sue lagnanze hanno il pregio di evocare una storia lunga, fatta di collaborazione e di conflitto, in cui poesia e pittura si confrontano ad armi pari sul terreno comune del ritratto. A cominciare da Petrarca, che dedicò due famosi sonetti al dipinto di Laura firmato dall'amico Simone Martini, per arrivare a Lorenzo de' Medici, Bembo, Della Casa, Castiglione, Tasso, Marino e moltissimi altri, l'epoca rinascimentale offre un illustre parterre di testimonianze dell'attenzione tutta speciale riservata dai poeti all'arte del ritratto, forma pittorica divina perché capace di dar vita all'immagine, di addolcire il dolore dell'assenza, di consolare i bisogni del desiderio. Questo libro offre una significativa scelta di testi poetici dedicati al ritratto, affiancati alle immagini a cui sono legati, fino ai ritratti che compaiono nei frontespizi dei libri. Testi e dipinti vengono inquadrati criticamente nella tradizione poetica e nella stagione pittorica di riferimento e i legami tra loro sono analizzati nella loro complessità.