Il sé nelle relazioni familiari. Una classificazione della personalità, della psicopatologia e della criminalità
Perché la capacità di amare e di negoziare, nel contesto delle relazioni interpersonali significative, sono centrali nella nostra vita, ma trascurate dalla letteratura psicologica scientifica? Come mai il dolore è un sentimento fondamentale, ma negletto e rifiutato nella nostra cultura, che non ne ravvede le potenzialità di crescita individuale e di legame relazionale? Come connettere il rigore della ricerca empirica con i grandi temi che attraversano la nostra cultura e che concernono le modalità di fare famiglia? Il testo di Luciano l'Abate tenta di rispondere a questi interrogativi proponendo un modello del Sé innovativo rispetto al panorama degli studi di personalità classici. Coniuga infatti l'istanza individuale con quella interazionista e si pone al crocevia degli studi più recenti di psicologia della famiglia, dell'età evolutiva, di psicopatologia e di psicoterapia. Il quadro che emerge parla di un Sé profondamente radicato nelle relazioni familiari, ricco di potenzialità emotive, costantemente impegnato a definirsi nei contesti vitali, il cui percorso evolutivo può giungere alla mortificazione di sé a favore degli altri (selflessness), alla negazione di sé e degli altri (no self), alla esaltazione di sé a scapito degli altri (selfishness), e, infine, al pieno riconoscimento e potenziamento di sé e degli altri (selfulness). In particolare, tramite il modello Selfhood, mette a fuoco una classificazione della struttura di personalità, della psicopatologia e della criminalità. Ricercatori, studenti, docenti, ma anche coloro che a vario titolo sono interessati allo sviluppo e alla natura degli individui all'interno delle relazioni familiari e sociali, troveranno in questo volume innumerevoli dati, proposte, stimoli e suggestioni. (Editore).