Il partigiano Montezemolo
Un mese dopo la liberazione di Roma, il generale Alexander, capo delle Forze Alleate in Italia, inviò una lettera privata alla marchesa Amalia di Montezemolo, moglie del colonnello Giuseppe Cordero Lanza di Montezemolo, esprimendole profonda ammirazione e gratitudine per l'opera del marito. Chi era questo nobile piemontese, ufficiale dello Stato Maggiore dell'Esercito, segretario particolare di Badoglio dopo il 25 luglio 1943, e quale ruolo svolse il Fronte Militare Clandestino di Roma da lui guidato nella guerra contro i tedeschi? Militare di carriera, monarchico convinto, anticomunista ma in ottimi rapporti con Giorgio Amendola, trait d'union fra i partiti del Cln e il Governo del Sud, Montezemolo fu il capo della resistenza militare a Roma e nel resto d'Italia, organizzò migliaia di ufficiali e soldati allo sbando dopo l'8 settembre, procurò finanziamenti e fornì un prezioso lavoro di intelligence per gli Alleati. La sua vicenda, tragica ed eroica, costituisce un esempio significativo sotto diversi aspetti di come la storiografia abbia per troppo tempo oscurato o sottovalutato personaggi e movimenti della Resistenza di matrice moderata. Colmando tale lacuna, questo saggio ricostruisce la vita di Montezemolo attraverso un certosino lavoro di ricerca negli archivi dello Stato Maggiore dell'Esercito, interviste a vari testimoni dell'epoca, l'analisi di centinaia di documenti, saggi e libri di memoria, e la consultazione degli archivi familiari. Così, nella storia di questo partigiano con le stelline - volontario nella Grande Guerra e nella Guerra di Spagna, militare integerrimo che alla fine ripudiò il fascismo e morì alle Fosse Ardeatine gridando Viva l'Italia! Viva il Re! - si contempera l'efficace ritratto storico di un Paese illuso dal Ventennio con la commovente storia familiare di un padre, marito e patriota. A corredo del racconto, alcuni documenti e un apparato iconografico di fotografie del personaggio e dei familiari.