Un uomo al timone
Non è facile essere una madre divorziata nell’Inghilterra del 1970. Quando un’eccentrica drammaturga mancata, con una certa inclinazione per le sregolatezze, si trasferisce dalla città in un villaggio insieme ai tre figli, al cane e ad alcuni pony, la minuscola comunità locale accoglie il loro arrivo con un misto sconcertante di ostilità e sospetto che li sospinge ai margini di qualunque evento. Lizzie, la voce narrante, mette subito a fuoco il problema, complice la savia sorella maggiore: per essere credibili, i Vogel hanno bisogno di un capofamiglia, di un nuovo uomo al timone. Le due ragazzine stilano così una lista dei partiti più appetibili della zona e si adoperano per attirarli a casa loro, uno alla volta, e offrirli in pasto alla bellissima, imprevedibile madre. Chi scegliere tra il pragmatico dottor Kaufmann e il reverendo Derek, il “piccolo vicario idiota”? Forse meglio puntare su Mr Longlady (a spese della povera Mrs Longlady)? O sul veterinario, che per una famiglia fornita di parecchi animali è una risorsa preziosa? Tra amicizie tentate ed evaporate, truffe, piccoli drammi quotidiani e guai seri, mentre Piccolo Jack, il fratellino minore, patisce più di tutti l’isolamento forzato e lo manifesta in modo vistoso, l’impresa guidata da Lizzie sembra destinata al fallimento.Ma forse l’uomo giusto non è sulla lista, e per trovarlo bisognerà imparare a guardare meglio, o semplicemente un po’ più in là. Disarmante onestà, umorismo inglese e disincanto per una commedia sulla difficile arte di crescere tra adulti che non si comportano come tali.