Punti di fuga
Un killer "per bisogno" disadattato e nostalgico, la vita da clandestino in una Parigi, livida e senza orizzonti, un semplice omicidio su commissione che si trasforma in un intreccio complesso e carico di reminiscenze del passato, un'amicizia che è complicità, una fuga in Messico: ecco la storia di Andrea Durante. Un racconto un po' nero, un po' giallo, che non si prende troppo sul serio mentre sciorina una sfilza di morti ammazzati, con stupefacenti colpi di scena e trame "alla rovescia", in un mondo popolato di personaggi squinternati, moderni vinti e nuovi emarginati che si improvvisano assassini perché non hanno altro da fare. Il punto di fuga è quello da cui partono infinite linee: basta seguirle, per scoprire altrettante realtà, dimensioni, mondi. Non è solo un modo per fuggire, ma anche per capire quanto siano risibili le cose che ci sembrano assolute, se appena le guardiamo da lontano. E tornare serve a riguardarle da vicino con occhi diversi.