René Barjavel

La notte dei tempi

Agata 

«Non abbiamo fiducia nell'ONU. Non abbiamo fiducia nei Caschi Blu».

Uscito dalla penna di un autore considerato il padre della fantascienza francese, "La notte dei tempi" è un romanzo, per l'appunto, figlio del suo tempo. Sono sempre molto affascinata dalla fantascienza "di una volta", dunque non mi hanno impressionata troppo le battute sessiste che, in realtà, sono molto peggio in "Sfacelo", dove manco sono battute ma diventano la realtà dei fatti. La donna è meno dell'uomo, punto.

Qui invece la pesantezza di questo concetto è meno evidente, anche quando l'unica scienziata femmina (view spoiler)[viene continuamente apostrofata a pacchette nel culo e chiamata colomba. (hide spoiler)]

Barjavel ha deciso di scrivere un libro che in qualche modo parlasse dei tumulti politici del Dopoguerra, credo nel 1968, dando un dipinto molto accurato di una società consumata dal capitalismo e dalla guerra fredda tra potenze devastanti. Ha scelto di metterla in contrasto e criticarla aspramente sfruttando la "delicatezza" dell'umanità un po' adamitica di Gondawa, degli ultimi sopravvissuti di una guerra di oltre 900 mila anni prima, per creare ancora più distanza sociale e politica sulle brutture della realtà che lo circondava. 

La storia d'amore è troppo, anche questa volutamente a contrasto con il cinismo con cui sono state descritte le storie di vita quotidiana di un'umanità già vecchia "anche negli adolescenti", per citare il libro, e tutto ciò nasce dalle molteplici scene di sesso e dal fatto che lei è stupida come un cipresso, ma neppure lui scherza. (Non entro nel dettaglio per non fare spoiler)

(view spoiler)[Ci sarebbe tanto da dire anche sulla scelta "dei cattivi", in particolare dei loro tratti somatici, e anche sul fatto che nonostante Gondawa fosse un'utopia quasi perfetta, l'egoismo dell'essere umano ha prevalso anche lì, precludendo ogni possibilità di sopravvivenza della specie in favore di un amore terrestre "predestinato" e selezionato accuratamente da un computer magico di millemila anni prima. L'amore trionfa sul giudizio.

O forse, quello che voleva dire l'autore, è che secondo questa civiltà utopica gondo (aka Elea e basta che era la creatura più perfetta di tutte perché aveva la passera a riccioli) tutta la loro conoscenza della materia infinita non ce la meritavamo? Non so, bisognerà rifletterci. (hide spoiler)]

Nonostante le idee favolose e le premesse del romanzo, la sua realizzazione non mi ha particolarmente sbalordita. Chi volesse cimentarsi nella lettura di quest'autore dovrebbe - a mio avviso che non vale niente - partire da "Sfacelo".

La notte dei tempi

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