Il mondo è piccolo come un'arancia

Il mondo è piccolo come un'arancia

Un robot che ricorda volti e impara dai propri errori. Dispositivi che trasformano in impulsi elettrici l’energia meccanica prodotta da un corpo che corre. Tatuaggi in grado di installare connessioni wireless sulla pelle: ogni informazione è a portata di mano, letteralmente. Riuscite a immaginarlo? Sembrano visioni di Isaac Asimov o Philip K. Dick, sogni di un futuro fantascientifico da consegnare alla meraviglia di un racconto o di una pellicola; ma non è così: sono realtà, oggi. O forse lo stanno diventando proprio adesso, mentre leggete queste righe: elettronica flessibile; materiali intelligenti derivati interamente da scarti vegetali, e dunque del tutto biodegradabili; mezzi di trasporto costruiti in fibra di carbonio, un polimero cinque volte più resistente dell’acciaio, ma molto più leggero; particelle in grado di riconoscere e distruggere le cellule tumorali senza sottoporre l’organismo a una terapia invasiva... Le innovazioni rese possibili dalle nanotecnologie ridisegneranno la nostra vita e Roberto Cingolani, direttore dell’Istituto Italiano di Tecnologia, il centro ricerche che ha dato i natali a iCub – il più sofisticato robot umanoide oggi esistente –, ci spiega come funziona questo universo infinitamente piccolo. Si aprono prospettive straordinarie: mentre la capacità di calcolo dei computer basati sul silicio si avvia a scontrarsi con il proprio limite fisico, alla nanoscienza spetta il compito di ideare soluzioni rivoluzionarie, che traggano ispirazione dalla natura e da quel congegno impareggiabile che è il cervello umano. Non è difficile, allora, pensare a macchinari alimentati dalla fotosintesi, o elettrodomestici che funzionano grazie alla scissione degli zuccheri. Libro unico nel suo approccio unitario a un’estesa costellazione di argomenti, dalle problematiche ambientali alla nanomedicina, Il mondo è piccolo come un’arancia stupisce non solo per la ricchezza delle scoperte e delle tecnologie che racconta, ma anche per la lucida visione che lo sostiene: perché, come ricorda l’autore, per essere davvero tale il progresso scientifico deve sapersi trasformare in strumento di equità. Solo così, in un futuro che sta già diventando presente, l’uomo potrà godere di un mondo prospero, e di una società responsabile. E vivere tanto a lungo da visitare altri pianeti.
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