Penelope lamé
Una donna tesse la sua tela intarsiandola di tutto ciò che la vita le offre, di tutte le occasioni perdute o carpite, delle emozioni e delle immagini che il tempo dimentica sulla battigia dell’esistenza, e talvolta riprende e rioffre mutate in un’eterna risacca di luce. I riflessi lamé, le fibre sottili di oro e argento non sono che attimi rivelatori, preziose soste nel caotico vagare di ogni giorno in preda all’affanno, sono baci, sorrisi, sogni che s’involano in zefiri notturni incuranti della bonaccia del mattino, e desideri essenziali al cammino. Simona Leonardi si tuffa con slancio nell’esistenza e ci restituisce con parole cristalline e versi bene equilibrati le impressioni più veraci. Non c’è rassegnazione all’ineluttabile sofferenza del quotidiano, né una sterile ostentazione del coraggio che solo le donne sono capaci di dimostrare: la sua poesia è il resoconto lucido di questo viaggio sconfinato, è l’invito a proseguire nonostante il dolore perché vale sempre la pena di aspettare il sorgere di un nuovo sole. L’Autrice ci insegna che la felicità è un pugno di biglie colorate da tenere in tasca, e la paura di perderle giocando è inevitabile se vogliamo essere vivi. Queste poesie, come un frusciante foulard, vi avvolgeranno calde e scintillanti, impreziosite dalle illustrazioni di Teresa Berti. Simona Leonardi nasce a Riomagno, piccolo paese della Versilia dove vive fino ai vent’anni, poi il suo spirito libero prende il sopravvento su tutto e da allora vaga in cerca di una stabilità che spera di non trovare. È affetta da inappartenenza ma non si cura. Il figlio Leonardo è il suo unico punto fermo. Scrive poesie da sempre per necessità e studia metrica per hobby. Molte delle liriche qui raccolte hanno ottenuto riconoscimenti a prestigiosi premi letterari. Pur considerando la poesia come “un fatto personale” ha deciso di pubblicare la sua prima raccolta, in quanto, non sapendo lavorare né a maglia né all’uncinetto, spera che un giorno i suoi nipoti abbiano qualcosa per ricordarla.