Sotto i riflettori di un occhio selvaggio Sul cinema di Paolo Cavara
Paolo Cavara (Bologna 1926 – Roma 1982) ha cominciato la sua carriera come esploratore subacqueo e documentarista negli anni Cinquanta, e in seguito ha esordito nel cinema come co-autore e regista di Mondo cane (1962), un documentario a sensazione che ha avuto un successo mondiale e ha dato il via a un genere. Negli anni successivi è riuscito a esprimere compiutamente una sua poetica fatta di fascinazione per gli aspetti più irrituali della realtà e per i suoi personaggi anomali o in controtendenza in uno stile scevro da stereotipi o facili manierismi. Regista indipendente, intelligentemente provocatorio e dotato di un forte carisma ha diretto circa una quindicina di film. Di lui si ricordano in particolare L’occhio selvaggio (1967), da poco restaurato, critica, ancor oggi di forte attualità, dei derivati della spettacolarizzazione filmica da una prospettiva metacinematografica e in forte polemica con la sua precedente esperienza documentaristica, La cattura (1969), il thriller E tanta paura (1976), Atsalut päder (1979) (“Ti saluto padre”, sulla vita di Padre Lino da Parma) e il suo Fregoli televisivo in quattro puntate (1981), interpretato da Gigi Proietti.