Decisione – Indecisione

Decisione – Indecisione Dramma della decisione e utopia dell’indecisione

Protagonista di questo libro non è il soggetto, in realtà inesistente, che prende decisioni dispiegando la sua libertà, bensì quello che esiste davvero, cioè il soggetto de-ciso che, come indica la derivazione di “decidere” dal latino caedere=strappare via, è chiamato alla vita e la inizia venendo divelto dal corpo della madre o, se si preferisce, di-staccandosi dal tutto-niente dell’indifferenziato e così individuandosi-identificandosi. Da un lato, il soggetto de-ciso, in quanto si origina di-staccandosi, sta fuori-contro l’altro e gli altri da sé, deve difendersene ed è indotto ad attaccarli. D’altro lato, è solo con se stesso e quindi costantemente in ascolto della sua autocoscienza, da cui riceve una notizia essenziale: che è finito, destinato a morire. In risposta al primo problema, il de-ciso decide, cioè riduce parola e concetto a sue “protesi” ricavandone quelle grandiose costruzioni che sono i sistemi filosofico-scientifici, il più complesso dei quali, quello dialettico, nella sintesi decide il passaggio dal puro dire alla prassi; e questa, organizzata in tecnoscienza, soggioga il mondo. In risposta al secondo problema, il de-ciso cerca conforto e oblio in stati di con-fusione nel sovra-individuale o di aperta destituzione dell’individualità: di tali stati di in-decisione questo libro offre una rassegna in un percorso saggistico tra filosofia, letteratura e cinema che tocca La persuasione e la rettorica di Michelstaedter, L’uomo senza qualità di Musil e Gruppo di famiglia in un interno di Luchino Visconti. Proprio il saggismo si rivela il più alto modello di in-decisione: in particolare, il saggismo filosofico improntato alla dialettica diadica di Adorno. Esso, non approdando alla sintesi, nega il nulla osta al debordare della teoria nella violenza della prassi; e, grazie alla “frenesia” della scrittura adorniana, allestisce una pagina in cui talora tesi e antitesi sono condotte a una tale contiguità spaziale che quasi si “incorporano” l’una nell’altra fino a risultare indistinguibili, impedire ogni individuazione e togliere così il dramma della decisione.
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