Le metamorfosi (L'asino d'oro)

Le metamorfosi (L'asino d'oro) Edizione integrale e illustrata

Lucio Apuleio2021
Le metamorfosi (in latino Metamorphoseon libri XI, probabilmente il titolo originario), o L'asino d'oro (Asinus aureus), è la più importante opera scritta da Lucio Apuleio nel II secolo d.C. Il secondo titolo è citato da sant'Agostino nel De civitate Dei (XVlll, 18). Si tratta dell'unico romanzo della letteratura latina pervenuto interamente fino ad oggi e, insieme al Satyricon di Petronio (pervenutoci solo parzialmente), costituisce l'unica testimonianza del romanzo antico in lingua latina. Questa versione è una traduzione dal latino di Agnolo Firenzuola nel XVI secolo, considerata più una libera volgarizzazione dell'opera piuttosto che una traduzione. Dall'incipit del libro: Firenzuola, posta appiè delle Alpi che sono tra Firenze e Bologna, è picciolo castello, ma come il nome e le sue insegne dimostrano, nobilitato e tenuto caro da' suoi Signori; e Fiorenza medesima sono la mia antica patria; perciocchè da Firenzuola, ma della più ricca e più orrevol famiglia di quelle contrade, discesero i miei antichi progenitori; ed in Firenze, essendo stato Pietro mio atavo, con auspicio di quello ammirando Cosimo, il quale fu meritamente Padre della Patria appellato, nel numero degli altri cittadini nacquero Carlo mio avolo e Bastiano mio padre in assai stato ed abbondanza de' beni della fortuna. Il quale Bastiano fu sì caro colla industria, co' costumi, e colla fede sua alla Illustrissima casa de' Medici, che da Clemente VII Pontefice Ottimo Massimo fu dato ad Alessandro primo duca della Fiorentina Repubblica volontariamente per cancelliere della tratta de' Magistrati di quella; nel quale ufficio egli si acquistò così la grazia di quel glorioso principe, ch'e' vide sedere i suoi figliuoli ne' più onorevoli magistrati. Io adunque di cotal tronco uscendo, trassi la materna origine da Alessandro Braccio, uomo nelle lettere Greche, e nelle Latine, e nella patria lingua, come la traduzione di Appiano dimostra, molto riguardevole: il quale, la mercè di Lorenzo il grande e del Magnifico Piero suo figliuolo, non solo fu fatto primo segretario di quella magnifica città, ma a diversi principi fu da quello mandato ambasciadore.
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