Missione Grande Bellezza Gli eroi e le eroine che salvarono i capolavori italiani saccheggiati da Napoleone e da Hitler
L’Italia è un enorme museo a cielo aperto: nelle sue città, fra le sue colline, lungo le sue spettacolari coste sono nati alcuni dei più grandi capolavori artistici della nostra civiltà. Ma sono tante le opere create in Italia che hanno vissuto destini travagliati: rubate in guerra, a volte restituite a volte no, spesso perdute. Non c'è da stupirsi quindi che i più temuti personaggi della storia, da Napoleone fino a Hitler, abbiano preso di mira lo stivale d’Europa e i suoi tesori. Ma in loro difesa si sono battuti eroi, spesso sconosciuti, che hanno rischiato la vita per riportare in patria parte del bottino, e di cui oggi Alessandro Marzo Magno ricostruisce le gesta: Antonio Canova in missione a Parigi per conto del papa, l’ambiguo Rodolfo Siviero, agente segreto dall’oscuro passato, che ha dedicato tutta la vita al recupero delle opera trafugate dai nazisti. E poi ancora le Monuments Women italiane: Palma Bucarelli a Roma, Noemi Gabrielli a Torino e Genova, Fernanda Wittgens a Milano. Quasi come in un thriller, grazie alla capacità dell’autore di farci leggere il passato come una straordinaria avventura del presente, rivivono le storie coraggiose di quelle donne e di quegli uomini che hanno recuperato e messo in salvo la bellezza del nostro paese. Hanno scritto di L’alba dei libri «Un inno al libro.» Nello Ajello, «la Repubblica» «Un affascinante romanzo-saggio.» Chiara Vanzetto, «Corriere della Sera» Hanno scritto di L’invenzione dei soldi «Si parla di denaro come Indiana Jones parla dell’Arca Perduta: con passione e con speciale competenza.» Diego Gabutti, «Sette - Corriere della Sera» «Un libro bellissimo.» Corrado Augias Hanno scritto di Il genio del gusto «La penna affabulatoria e felice dell’autore renderà il viaggio un’avventura.» Brunella Schisa, «Il Venerdì - la Repubblica» Hanno scritto di Con stile «Questo agile e molto divulgativo saggio racconta la storia della moda e del vestito con un occhio di riguardo, ovviamente, per l’Italia.» Matteo Sacchi, «Il Giornale»