La vita degli altri
Nel 1967, nel cuore di Bhabanipur, a Calcutta, fa bella mostra di sé una grande casa a quattro piani, con un prezioso giardino sul retro. È la casa dei Ghosh, gente scaltra e abile che viene da Calcutta nord e possiede aziende – come la Charu Paper & Sons, una rinomata cartiera – e, a detta di tutti, eccellenti entrature nelle alte sfere del Partito del Congresso. Al piano superiore vivono Baba e Ma e la famiglia di Adinath, l’erede designato del grosso della ricchezza dei Ghosh, il primogenito che segue docilmente il sentiero tracciato per lui dal padre. Al piano immediatamente inferiore Bholanath, il più giovane dei Ghosh che dirige la Charu Books, un’azienda i cui guadagni se ne vanno quasi tutti per sostenere l’istruzione della figlia in una costosa scuola in lingua inglese, più sotto abita il secondogenito Priyo, e più sotto ancora Purba, la giovane vedova dell’ultimogenito. In una nicchia al centro della parete rivolta a est della casa, in uno sfavillio di seta rossa e oro, troneggia la divinità che regna sulla casa, la munifica dea della ricchezza, Lakshmi, col suo imperscrutabile mezzo sorriso. Prima di ogni pasto, la famiglia riunita attende, com’è costume della gente di Calcutta nord, che il primogenito deflori l’intonso monticello di riso cotto con un grosso cucchiaio. In casa Ghosh è, insomma, concesso a tutti il lusso di recitare la Grande Famiglia Felice. Quando cala il palcoscenico sulla recita, la realtà però svela il suo vero volto. Adinath cerca rifugio nella bottiglia di Johnnie Walker, nascosta in una libreria a vetri tra le opere complete di Rabindranath Tagore. Sa che la fortuna dei Ghosh è aggrappata a un’esile filo destinato inevitabilmente a rompersi. Tra le agitazioni sindacali, la fragilità del governo e del Partito del Congresso, la minacciosa ascesa del Partito comunista, la Charu & Sons non durerà a lungo: prima o poi crollerà sotto il ricatto dei creditori e dei sindacati. Nel chiuso della camera da letto Sandhya, sua moglie, si dispera ogni sera per le sorti di Supratik, il figlio scomparso. Animato da una sorta di incandescenza, che traspare dai suoi grandi e luminosi occhi neri, e, nello stesso tempo, da un’opacità interiore, quel figlio le ha sempre destato preoccupazione. Ora però, dopo aver preso parte ai moti studenteschi a Calcutta, si è pericolosamente unito ai militanti maoisti del Medinipur, nell’ovest del Bengala, dove imperversa la rivolta dei lavoratori delle piantagioni di tè, di coloro... la cui vita è un nulla destinato a tornare al nulla. Finalista al Man Booker Prize e vincitore dell’Encore 2015, La vita degli altri è un romanzo epico, coinvolgente e ricco di personaggi memorabili che, attraverso il declino di una famiglia, dipinge i turbolenti anni in cui il vento della modernità si è abbattuto sull’India. «Commuove profondamente». Amitav Ghosh «Atterrisce e, nello stesso tempo, delizia». A.S. Byatt «Indimenticabile». Daily Telegraph «Il ritratto devastante di una società in declino, e dell’inevitabile e violenta ribellione che ne consegue. Un romanzo feroce, spietato e brutalmente onesto». Anita Desai «Mukherjee può ricordare Tolstoj per la capacità di dar vita a una serie diversificata e ampia di personaggi, e di evocare all’improvviso mondi interiori». New York Times Book Review «La vita degli altri non è solo l'ennesimo, magistrale ritratto della dissoluzione di una famiglia, ma anche un libro dal respiro epico». Francesca Frediani, D la Repubblica delle Donne