Ferito a morte
La storia di questo romanzo di Raffaele La Capria si svolge nell'arco di circa dieci anni, dall'estate del 1943, quando durante un bombardamento avviene l'incontro con Caria Boursier, fino al giorno della partenza di Massimo per Roma, all'inizio dell'estate del 1954. E proprio in quest'ultimo giorno si apre il libro e si chiudono i primi sette capitoli, con il dormiveglia mattutino e infine la siesta di Massimo. Tra questi due momenti il tempo è come dilatato, e tanti momenti isolati ne emergono, ognuno presente e ricordato, ognuno riferito a un anno diverso, anche se tutti sembrano racchiusi, senza soluzione di continuità, nello spazio di un solo mattino : la pesca subacquea, 1951 ; i pensieri-monologhi di Nin'i, 1950 ; i ricordi di Massimo, 1943 e 1949 ; la noia al Circolo Nautico, 1952 ; il pranzo a casa De Luca, 1953... Negli ultimi tre capitoli vi è poi come una sintesi di tutti i ritorni di Massimo a Napoli, dal 1957 al 1960. Disincantati ritorni nella città che ti férisce a morte o t'addormenta, sempre amata con freddo amore ; nella città che si identifica con Caria, con il mare, con i miti della giovinezza avuta e troppo presto, inspiegabilmente, perduta.
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T.🌙@tlong