Il Festival dei Fantasmi
“Senza la musica, l'umanità non si sarebbe mai elevata sopra le bestie. Ne sono certo.”Non è difficile condividere l'idea che la musica sia un'esperienza estetica essenziale per l'umanità, forse proprio ciò che distingue l'uomo da ogni altra forma di vita. Il fascino che esercita su compositori, esecutori e semplici appassionati ha qualcosa di magico e misterioso. Di questo ne sarà persuaso il lettore dell'ultimo racconto di Rhys Hughes, prima però di precipitare in un'avventura spettrale che lo catapulterà direttamente alla genesi della più ammaliante delle arti, “il primo canto, la melodia primigenia, la musica più ancestrale mai suonata”.“Non ricordo in quale anno il festival cambiò la mia vita [...] Potrei facilmente risalire a quella data, ma forse preferisco lasciare molti fatti il più vaghi possibile, a tutela della mia salute mentale. Ciò detto, ai fini di questa storia dovrò impegnarmi a relazionare tutto accuratamente...”.Quasi a giocare una Danse macabre con i cliché del genere, Hughes spinge il suo protagonista – proprio come il capitano della nave Orient alle prese con la sua Linea d'ombra – alle colonne d'Ercole della propria inquieta ricerca, spinto al limite da un richiamo solo a se stessi comprensibile, preda della febbrile inquietudine che ci assale dinnanzi all'invito offerto da ogni bivio.Perché, con la parole di Conrad, “ogni svolta del sentiero è colma di seduzione”.