Un emporio e la sua cattedrale. Gli scavi di piazza XX Settembre e Villaggio San Francesco a Comacchio
Il pregevole volume che oggi vede la luce è l’ultimo frutto di una lunga e proficua collaborazione tra Soprintendenza, Università Ca’ Foscari e Amministrazione comunale di Comacchio. L’attenzione per le fasi altomedievali dell’emporio adriatico, dopo le fondamentali scoperte degli anni ’20 del Novecento in Valle Ponti, il rinvenimento dell’edificio ecclesiastico di Santa Maria in Padovetere nel 1956, con il conseguente avvio di una proficua fase di studi sul popolamento e sulla cristianizzazione del territorio comacchiese, prende nuova consistenza dagli inizi del Duemila, con gli scavi della Soprintendenza nel sagrato della chiesa di Santa Maria in Aula Regia, l’insula monastica che delimita ad ovest l’abitato comacchiese, le prime indagini in Villaggio San Francesco e le recentissime acquisizioni dall’area della pieve di Motta della Girata. Sarà il 2006 a costituire il punto di svolta per la comprensione dell’assetto dell’abitato medievale di Comacchio: lo scavo di Piazza XX Settembre, nell’Isola del Vescovo, che vede la codirezione scientifica della Soprintendenza e dell’Università Ca’ Foscari, grazie al sostegno del Comune, rappresenta una formidabile occasione di ricerca, fornita dall’applicazione dell’archeologia preventiva. L’esercizio della tutela del patrimonio archeologico, prerogativa dello Stato, si inserisce nell’articolato progetto di ricerca di Ca’ Foscari, volto alla ricostruzione delle dinamiche che stanno alla base della nascita dell’insediamento, aprendo nel contempo la visuale al contesto nord-adriatico ed europeo, secondo la cifra del magistero di Sauro Gelichi. Le indagini del 2008 e 2009 in Villaggio San Francesco e i sondaggi del 2010 a nord dell’Ex Zuccherificio consentiranno di precisare ulteriormente la fisionomia e la funzione delle “palafitte” rinvenute dal 1924 e oggetto di successive indagini, delineando con chiarezza l’esistenza di un esteso quartiere portuale ad ovest di Comacchio, mettendo in luce pontili, magazzini e abitazioni, nelle loro fasi evolutive. La notevole mole di dati analizzata, sistematizzata e problematizzata dagli autori, viene oggi offerta al pubblico degli studiosi, alla cittadinanza e alla comunità meno esperta, nell’ottica di condivisione del patrimonio culturale come risorsa fondamentale della società, del sistema economico e del territorio, nei termini posti dalla Convenzione Europea del Paesaggio e di Faro (tratto da Presentazioni di Lisa Lambusier, Soprintendente Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara)