Le avventure di Robinho
Da quel lontano 1881, anno in cui lo scrittore Carlo Lorenzini, scrisse a Firenze "Le avventure di Pinocchio" sono cambiate tantissime cose, le tecnologie e le nuove risorse hanno trasformato il mondo e il modo di comunicare. Non vanno più di moda i burattini, ma i giochi elettronici, le bambole che parlano, i videogiochi, i computer, Internet. La plastica ha sostituito il legno, nel bene e nel male, in tanti usi. Anche il Pinocchio del duemila non è più un burattino di legno, ma un pupazzo di plastica che alla fine della storia, dopo mille disavventure vissute tra terra e mare, diventa un bambino insieme a Luizinho (il nostro Lucignolo), dopo che la loro creatrice, (la donna di San Paolo che ha ideato i pupazzi che hanno ispirato il racconto nel quale si chiama Josefina), aveva raggiunto il nobile scopo di riconquistare l'amore della sua famiglia. Lei aveva creato Robinho e i suoi tantissimi amici, per donare il sorriso ai bambini poveri delle favelas e rallegrare la vita dei bambini che soffrono di malattie incurabili e che sono costretti a stare negli ospedali. In quel modo aveva potuto tenere fede alla promessa fatta a Dio di volere apprendere a donare e, inoltre, aveva potuto riconquistare miracolosamente l'affetto dei figli e l'amore di suo marito. Edito da Bibliotheka Edizioni.