Citizen gay
«Un libro su un tema vitale per passare dalla politica del disgusto a quella dell’umanità.» (Martha C. Nussbaum) «Prima di fare qualunque dichiarazione sulle persone omosessuali, leggete questo libro.» (Stefano Rodotà). Una volta erano discriminati per la loro devianza. Oggi perché chiedono di essere normali. Come mai gli omosessuali, storicamente marchiati come peccatori, invertiti o malati mentali, vogliono adottare quell’ordine familiare che tanto ha contribuito alla loro sfortuna? Essere gay o lesbiche non è un merito né un demerito. Eppure la dimensione affettiva di milioni di persone in Italia è tuttora sacrificata. La mancanza di una legge che ne salvaguardi la cittadinanza e i diritti dei loro affetti genera umiliazione, sofferenza, paura. E alimenta l’omofobia sociale, fino a spingere qualcuno a dire che «di questo passo, si sposeranno anche le scimmie». Non servono anatemi o concessioni. Serve un pensiero capace di sostenere una trasformazione antropologica. Serve una legge che garantisca, nel rispetto reciproco, la pluralità dei valori di tutti. Perché, come ha detto Barack Obama il 9 maggio 2012, «le coppie dello stesso sesso devono potersi sposare».