Castelli di rabbia

Castelli di rabbia

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Reviews

Photo of Greta Vercellino
Greta Vercellino@grev
4.5 stars
Feb 21, 2022

meraviglioso. la grande mente di baricco scrive di grandi prati verdi, di un cielo rinchiuso, parla della prima locomotiva, della meraviglia negli occhi delle persone, delle cazzate che a volte ci raccontiamo. lo fa in un modo straordinario. pieno di plot twist e cose che non ti aspetti, tranne forse l'ultima parola.

Photo of Luigi Mozzillo
Luigi Mozzillo@mzll
3 stars
Jan 20, 2024
Photo of Enrico
Enrico@pensa
4 stars
Apr 3, 2024
Photo of Lia
Lia @liafrosio
2 stars
Nov 3, 2022
Photo of Fabiana
Fabiana@versidipinti
3 stars
Nov 2, 2022
Photo of Florence
Florence@flolft
4 stars
Jun 20, 2022
Photo of Gaia Ramazzotti
Gaia Ramazzotti@gaiarmz
5 stars
Jan 26, 2022
Photo of Morgana
Morgana@adachi
3 stars
Dec 23, 2021
Photo of Giulia Maran
Giulia Maran@giubrick
5 stars
Dec 15, 2021
Photo of Luca Di Mascolo
Luca Di Mascolo@lucadimascolo
4 stars
Nov 3, 2021
Photo of Marika
Marika@equipaggipersiinaltomare
5 stars
Sep 16, 2021
Photo of Silvia Testa
Silvia Testa@monochromerice
4 stars
Jul 28, 2021

Highlights

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Greta Vercellino@grev

(...) capì, incrociandone per un istante gli occhi, cos'avevano di strano gli occhi di suo padre: erano occhi meravigliati. Nello stupore completo e perfetto che lo sguardo di Mormy mostrava, imperturbabile e fisso, c'era quello che negli occhi del signor Rail appariva come abbozzato. Dev'essere così, questa cosa dei figli, pensò Horeau: nascono con dentro quello che, nei padri, la vita ha lasciato a metà. Se mai avrò un figlio, pensò Horeau tagliando meticolosamente una sottile fetta di carne in salsa di mirtilli, nascerà pazzo.

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Greta Vercellino@grev

Hector Horeau pensava, senza mezzi termini, che quella era letteratura. La perfezione di quel testo lo sconcertava. Studiava la precisione degli incisi, l'impercettibile concatenarsi delle relative, il dosaggio raffinatissimo degli aggettivi. "La stretta funesta del busto crudele": lì si arrivava a sfiorare la poesia. Soprattutto lo incantava quella magica capacità di scrivere righe e righe su qual cosa di cui però si taceva il nome. Una minuta cattedrale sintattica costruita su un nocciolo di pudore. Geniale.

"Una minuta cattedrale sintattica costruita su un nocciolo di pudore." AAAAAAAA!!!

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Greta Vercellino@grev

E tuttavia, se ad esempio si potesse nello stesso istante, proprio nello stesso istante, contemporaneamente se si potesse stringere un ramo ghiacciato nella mano, bere un sorso di acquavite, veder volare un tarlo, toccare del muschio, baciare le labbra di Jun, aprire una lettera aspettata da anni, guardarsi allo specchio, posare la testa sul cuscino, ricordare un nome dimenticato, leggere l'ultima frase di un libro, sentire un grido, toccare una ragnatela, accorgersi che qualcuno ti chiama, farsi scappare dalle mani un vaso di cristallo, tirarsi le coperte fin sopra la testa, perdonare qualcuno mai perdonato...

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Greta Vercellino@grev

Nel senso che forse, sempre, e per tutti, altro non è mai, lèggere, che fissare un punto per non essere sedotti, e rovinati, dall'incontrollabile strisciare via del mondo. Non si leggerebbe, nulla, se non fosse per paura. O per rimandare la tentazione di un rovinoso desiderio a cui, si sa, non si saprà resistere. Si legge per non alzare lo sguardo verso il finestrino, questa è la verità.

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Greta Vercellino@grev

sui treni, per salvarsı, presero l'abitudine di consegnarsi a un gesto meticoloso, una prassi peraltro consigliata dagli stessi medici e da insigni studiosi, una minuscola strategia di difesa, ovvia ma geniale, un piccolo gesto esatto, e splendido. Sui tren, per salvarsi, leggevano. Linimento perfetto. La fissa esattezza della scrittura come sutura di un terrore. L'occhio che trova nei minuscoli tornanti dettati dalle righe la nitida scorciatoia per sfuggire all'indistinto flusso di immagini imposto dal finestrino.

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Greta Vercellino@grev

E cosi se ne vanno, Pekisch e Pehnt, Pehnt e Pekisch, se ne tornano lungo il tubo, uno a sinistra l'altro a destra, lentamente, scrutando ogni palmo del tubo, piegati in due, a cercare tutta quella voce perduta, che se uno li vedesse da lontano potrebbe ben chiedersi cosa diavolo fanno quei due, in mezzo alla campagna, con gli occhi fissi per terra, passo dopo passo, come insetti, e invece sono uomini, chissà cos'hanno perso di così importante per strisciare in quel modo in mezzo alla campagna, chissà se lo troveranno mai, sarebbe bello lo trovassero, che almeno una volta, almeno ogni tanto, in questo dannatissimo mondo, qualcuno che cerca qualcosa avesse in sorte di trovarla, così, semplicemente, e dicesse l'ho trovata, con un lievissimo sorriso, l'avevo persa e I'ho trovata - sarebbe poi un niente la felicità.