Fyodor Dostoevsky

Delitto e castigo

ella

Essi volevan parlare, ma non potevano. Nei loro occhi c'eran lacrime. Eran tutte due pallidi e magri; ma in quel visi malati e pallidi già splendeva l'aurora di un rinnovellato futuro, di una piena risurrezione a nuova vita. Li aveva risuscitati l'amore, il cuore dell'uno racchiudeva infinite fonti di vita per il cuore dell'altro.

Vedi: allora mi domandavo sempre: perché sono così sciocco da non voler essere io più intelligente degli altri, se gli altri sono sciocchi, e se so ormai con certezza che lo sono? Poi riconobbi, Sonia, che se si dovesse attendere che tutti diventino intelligenti, sarebbe una cosa un po’ troppo lunga… Poi riconobbi altresì che questo non sarà mai, che gli uomini non cambieranno e non c’è chi li possa modificare, e non mette conto di sprecar fatica!

Eran seduti a fianco a fianco, tristi e abbattuti, come gettati dopo una tempesta sopra una spiaggia deserta e soli. Egli guardava Sonia e sentiva quanto amore di lei lo circondasse e, cosa strana, gli parve a un tratto greve e doloroso che lo si amasse tanto.

Con la sola logica non si può scavalcare la natura. 

Emilia

Parte delle letture di quest’anno sono state delle riletture, e tra le ultime riletture non poteva mancare il libro che ha avuto maggior influenza nella mia vita di lettrice. L’incontro con questo libro è stato così importante da poter affermare che esso rappresenta una sorta di cesura tra quello che leggevo prima e quello che ho iniziato a leggere subito dopo. Come compagno di lettura, stavolta, ho avuto le Lezioni di letteratura russa  di Nabokov. È noto quanto Nabokov sia poco incline ai romanzi di Dostoevskij, sostenendo come essi siano privi di uno sfondo naturale e di tutto ciò che ha a che fare con la percezione sensoriale; Dostoevskij, insomma, nei suoi romanzi sembra badare poco alle condizioni dello spazio e del tempo. Ecco, forse queste osservazioni hanno influenzato la lettura in maniera negativa, ma non posso che attribuire un punteggio alto a questo libro perché, va da sé, che se io, da adolescente, non avessi amato immensamente questo romanzo probabilmente non ne avrei amati tanti altri che sono venuti dopo.

Confessa Raskòl'nikov! Il giudice istruttore Porfirij Petrovic ha capito tutto e sta giocando con te come il gatto con il topo. Non puoi più scappare né da lui né da te stesso. Fallo per tua madre, per tua sorella, per il tuo amico Razumichin e, soprattutto, per Sonja. Confessa Raskòl'nikov! Solo così potrai redimerti e abbattere quel muro di rabbia e solitudine che ti isola dal mondo. Il tuo destino è ancora tutto da scrivere e vivere, ma devi liberarti dall'implacabile idealismo che ti ha spinto a commettere un atroce quanto inutile omicidio, arrogandoti la pretesa di distinguere il bene dal male, il giusto dall'ingiusto. Ma quale diritto abbiamo di parlarti in questo modo, di giudicarti? Forse possiamo farlo perché, in fondo, siamo come te: spaesati, impauriti, angosciati e nel contempo alla costante ricerca di un modo per affermare noi stessi, anche a scapito delle leggi morali. La tua storia è la nostra storia di uomini moderni, divisi tra un nichilismo senza speranza e il disperato desiderio di trovare un senso alla nostra esistenza.

Gianna D’Aloisio

Ho trovato la trama del libro molto appassionante. La caratteristica che mi ha colpito maggiormente è lo stile dell’autore. Egli ha saputo descrivere alla perfezione luoghi, situazioni e personaggi, senza mai cadere nel noioso. Proprio per questo è stato facile per me immedesimarmi completamente nella storia e quasi viverla in prima persona. L’ambiente circostante è stato rappresentato dettagliatamente, così che abbia potuto comprendere a fondo le condizioni di vita e sociali di ogni personaggio. Durante il corso del libro assistiamo al conflitto interiore del protagonista che si scaturisce in seguito all’omicidio da lui compiuto. Ansie, paure (e in seguito) sensi di colpa che portano il personaggio ad un lento declino. L’introspezione e il percorso psicologico del personaggio mi hanno spinta a riflettere e empatizzare con questo. Egli si costringe ad una dannazione eterna a causa del delitto commesso e tutte le vicende che lo seguono. Nel libro troviamo le cause delle sue azioni e ho trovato avvincente i motivi che hanno mosso il protagonista a compiere questo atto cruento. Raskòlnikov, infatti, sente che la società sia divisa in uomini “ordinari e straordinari”. Gli ultimi sono gli unici ad avere il diritto al delitto. Questo non è ufficiale, ma è un’autorizzazione alla propria coscienza ad attuare la sua idea, pur se sbagliata, in caso di una situazione sfavorevole. Nella storia troviamo paragoni con uomini straordinari, tra cui Napoleone, Licurgo e Maometto, che non si sono fermati neanche dinnanzi al sangue per portare l’innovazione. Secondo il protagonista infatti tutti gli uomini, non solo i grandi, ma anche quelli che si elevano appena al di sopra del livello comune, e hanno da dire qualcosa di nuovo, devono essere per natura dei delinquenti. Il protagonista, infatti, assassina una ricca strozzina pensando di star commettendo un favore all’umanità. Raskòlnikov crede di far parte della categoria degli “straordinari” ma con il passare del tempo capisce di essere una persona ordinaria e di essersi condannato da sé ad un’infelicità eterna. Egli è soggetto ad un’evoluzione nel corso della lettura che inizia dall’orgoglio, per passare al pentimento e dopo per terminare con la voglia di ricominciare.

iachille

Premetto che darei più di 5 stelle. Letto all'età di 18 anni (5° anno di liceo) e portato a termine soprattutto per andare contro alle opinioni poco professionali della docente di letteratura. Il vuoto dentro che mi ha lasciato dopo averlo finito ancora c'è. Libro profondo, scorrevole e a tratti (molto frequenti) ironico, affronta il malessere psichico del protagonista in modo magistrale. Un libro da leggere almeno una volta nella vita.

Giulia 

Lacrimoni che assomigliano più a fiumi.
Lacrimoni perché questa storia è finita.
Sommersa da emozioni contrastanti e dalla consapevolezza di aver letto un capolavoro.
Grata per aver avuto questo privilegio.

Delitto e castigo

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