Il nipote

Il nipote

James Purdy2005

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Reviews

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Sara@saramarzi
3 stars
Dec 13, 2021

(recensito anche sul mio blog, qui: http://yatesinthespace.it/il-nipote/) "Tutte le case e i negozi di Rainbow Center erano imbandierati per il giorno della commemorazione dei caduti, quando Boyd tornò con la sua Buick da un viaggio d'affari nel Kentucky e si fermò all'angolo tra Peninsula Drive e Crest Bridge Road, accanto alla casa di sua sorella Alma. Boyd vi abitava dalla morte della moglie, avvenuta vent'anni prima." Sono queste le parole di apertura del (secondo) romanzo di James Purdy, Il nipote, pubblicato nel 1960. Una storia sospesa tra il tentativo disperato dei protagonisti, in particolare di Alma, di ricordare il passato, di trattenere i ricordi che, uno dopo l'altro, guizzano via fulminei, e l'essere in costante attesa di ciò che è andato perduto. Il passato per Alma e Boyd combacia perfettamente con l'immagine sfocata, e sospesa da ogni certezza, del nipote Cliff, rimasto orfano da piccolo; da quando è partito per la guerra in Corea è, infatti, il loro pensiero fisso. "Durante i quattro o cinque anni in cui Cliff aveva vissuto con loro a Rainbow Center, Alma era quasi sempre fuori perché insegnava in un'altra città, e spesso Boyd era in viaggio per affari, ma per quei cinque anni casa loro era stata per Cliff il posto in cui tornare e a cui rendere conto, fino alla Corea. Poi, da quando era partito, non parlavano altro che di lui." A Cliff è stato aggiunto un valore in più quando se n'è andato, giacché, partendo, ha lasciato in eredità la sua assenza e la sua misteriosità, che gli zii non possono accettare passivamente. Si spiega così il motivo per cui Alma si lambicca tanto per cercare ricordi da buttar giù su un foglio e da cui partire per scrivere una commemorazione – un'idea nata spontaneamente nella sua mente dopo aver ricevuto una lettera autorevole in cui vi è scritto che Cliff è disperso da qualche parte in oriente. Tuttavia Alma, Boyd e gran parte del vicinato non hanno conosciuto realmente Cliff, non c'è molto da scrivere e da ricordare, e così, uno dopo l'altro, cadono come foglie secche e rattrappite schiaffeggiate dal vento, tutti ignari di chi fosse, cosa desiderasse e quali dubbi e paure lo tormentassero. Il nipote è dunque un romanzo sull'incomunicabilità – rappresentata perfettamente dalla sordità del fratello di Alma, Boyd, e dalle poche lettere stringate del nipote –, sull'incapacità di conoscere realmente chi abbiamo a fianco – esemplificato dalla figura di Alma, che l'unica certezza che ha di Cliff è che è suo nipote –, sull'assurdità della guerra e di alcune consuetudini e pregiudizi ma, soprattutto, sull'attesa di un passato che non torna. Oserei dire che si tratta di elementi tradizionali all'interno dell'universo della letteratura americana, ma per niente scontati. La critica sollevata da alcuni lettori, secondo la quale Il nipote è un romanzo lento, vuoto e acerbo, è alquanto scarsa: quest'impressione è necessaria ai fini della storia stessa. Alma e Boyd – angosciati dal non sapere se Cliff è vivo o morto – vivono i loro giorni nell'attesa di ricevere notizie e di rivederlo; per questo sembra lento. Alma, poi, è forse il personaggio più angosciato perché intimidita dal fatto di non avere in mano nulla di Cliff: nessuna lettera intima, nessuna fotografia personale, nessun documento ricco di informazioni dettagliate sulla sua personalità – non conosce per niente suo nipote; perciò il racconto sembra vuoto. La storia, alla fine, non serba alcunché di eclatante, in essa non succede nulla di estremamente suggestivo: tutto quanto, i giardini, i salotti, le torte e le tazze fumanti di caffè, sembrano nascondere qualche cosa ai nostri occhi – ogni cosa inneggia al nulla più assoluto, all'essere in potenza che è sul punto di esplodere e tuttavia non lo fa; per questo Il nipote ha un aspetto acerbo, ma in definitiva non lo è. "Oh, Alma", lui le tese la mano, "ho paura che sia impossibile per chiunque di noi conoscere veramente un'altra persona". Lei gli prese la mano tra le sue, un gesto che non aveva forse più fatto da quando erano giovani, tanto tempo addietro. "Siamo tutti degli estranei l'uno per l'altro", mormorò lui. Un romanzo ingiustamente dimenticato. Gli appassionati di letteratura americana (e non) lo devono recuperare.